Fachhochschule Wiesbaden

Fachbereich Weinbau und Getränketechnologie

 

Istituto Agrario di San Michele all’Adige

Corso di Studi Superiori in Viticoltura ed Enologia

 

DIPLOMARBEIT

TESI DI DIPLOMA

BEKÄMPFUNG DES BEKREUZTEN TRAUBENWICKLERS DER REBE MITTELS DER VERWIRRUNGSMETHODE

LOTTA ALLA TIGNOLETTA DELLA VITE CON IL SISTEMA DELLA CONFUSIONE SESSUALE

 

Vorgelegt von:

Presentato da:

Giuseppe Longo Turri

Referent:

Relatore: dott. Diego Forti

 

 Korreferent:

Correlatore: dott. Enzo Mescalchin

Dicembre 1999


Indice

Riassunto

Zusammenfassung

1.1. Scopo del lavoro

 

2. La tignoletta della vite

2.1. Distribuzione

2.2. Piante ospiti

2.3. Descrizione dell’insetto

2.4. Ciclo biologico della tignoletta della vite: Lobesia botrana.

2.5. Influenza dei fattori biotici e abiotici

2.5.1. Azione dei fattori abiotici

2.5.2 Azione dei fattori biotici

4. La difesa

4.1. Metodi di lotta

5. Tecnica di lotta per confusione sessuale

5.1. Secrezione e percezione dei feromoni>

5.2. Storia dei feromoni

5.3. Formulazione dell’attrattivo: I dispenser

5.4. Fattori di variabilità dell’emissione

5.5. Grapamone

5.5.1 Studio del comportamento degli adulti in confusione

5.5.2. Concentrazione di feromone nell’aria e corrispondenti di L. botrana

6. Le applicazioni pratiche

6.1. Il caso della Svizzera

6.2. Il caso del Trentino

7. Applicazione della tecnica di confusione nell’azienda dell’Istituto

7.1. Piano sperimentale

7.2. Materiali e metodi

7.2.1. Controlli in campo

7.2.2. Controlli in laboratorio

7.3. Risultati e discussione

7.3.1. Risultati dei controlli in campo

7.3.2 Risultati dell’analisi spettrofotometrica

8. Conclusioni

Indice delle figure

Ringraziamenti

Bibliografia

Allegati

 

Riassunto

 

La Tignoletta della vite (Lobesia botrana) è il fitofago più importante della vite per i danni diretti ed indiretti alla produzione. Il suo ciclo biologico negli areali viticoli del Nord-Italia si svolge con due-tre generazioni all’anno, ma è soprattutto quella estiva (2° generazione) nella quale si concentra la difesa tradizionale.

Numerosi studi, basati principalmente sull’influenza esercitata dalla temperatura, hanno portato alla produzione di modelli fenologici che permettano di fare previsioni attendibili sui momenti critici dello sviluppo di Lobesia botrana in campo (inizio del volo degli adulti, inizio della ovodeposizione, inizio della penetrazioni delle larve) e di individuare quindi con maggiore precisione i momenti per il controllo delle infestazioni e per l’applicazione dei trattamenti. Questi ultimi sono normalmente effettuati con prodotti fosforganici (clorpyriphos-methyl) sulle larve di seconda generazione, raramente con Bacillus thuringiensis alla schiusura delle prime uova.

La tecnica di lotta per confusione contro la Tignoletta ha iniziato gradualmente a diffondersi nella viticoltura trentina a partire dal 1992 e durante questi anni sono stati individuati molti punti critici, che costituiscono un limite all’efficacia del metodo;

In particolare la densità di popolazione iniziale, l’ampiezza dell’appezzamento, e la superficie di bordo sono elementi da valutare prima di iniziare le applicazioni.

Il presente lavoro si è svolto nell’azienda dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige su un vigneto di 23 ha, coltivato con diverse varietà (Chardonnay, Cabernet, Riesling, Merlot ecc.) allevate a pergola semplice trentina, dove la lotta per confusione è praticata dal 1997.

Sono stati utilizzati 500 diffusori /ha della ditta Shin Etsu, ciascuno contenente 172 mg/l di sostanza attiva (Grapamone) e sono stati rinforzati i bordi perimetrali dell’appezzamento (10-20 m) con un numero doppio di diffusori.

Gli obiettivi della sperimentazione hanno riguardato la valutazione dell’efficacia del metodo e la quantità della sostanza attiva emessa durante l’arco della stagione.

La valutazione è avvenuta con il monitoraggio delle catture dei maschi nelle trappole a feromoni, esposte all’interno del vigneto, e attraverso 3 controlli visuali delle infestazioni sui campioni di 500 grappoli /ha realizzati rispettivamente alla fine della prima generazione, durante la seconda ed al momento della vendemmia.

L’efficacia è stata elevata, considerando che la cattura delle trappole è stata completamente inibita e il danno percentuale medio è risultato dello 0,5 % nella parte centrale dell’appezzamento e dell’1,7% nella striscia di bordo.

In definitiva, il danno medio ponderato è stato dello 0,9%

Rapportando i risultati rilevati nei tre anni di sperimentazione (si è passati da un danno medio del 9,8% nel 1997, allo 0,15 nel 1998) emerge l’aspetto più significativo di questa tecnica che è rappresentato dalla sua capacità di abbassare la densità della popolazione della Tignoletta della vite.

Dalle analisi dei residui di feromone negli erogatori infine si è riscontrato un impoverimento dei diffusori del 17 % durante la corrente l’annata, che corrisponde ad una media oraria di 31,3 mg/ora.

La parte residua di grapamone rimasta  all’interno dei diffusori a fine stagione sembra invece essere abbastanza ridotta in quanto limitata a circa 30 mg/diffusore e difficilmente potrà rappresentare una riserva utile per l’anno successivo.       

 

Zusammenfassung

 

 

Der Traubenwickler der Weinrebe (Lobesia botrana)  ist der wichtigste Schädling, was die direkten und indirekten Schäden an der Traubenproduktion betrifft.

Sein biologischer Zyklus in den Weinbaugebieten Nord-Italiens umfaßt jährlich    zwei-drei Generationen.

Die traditionelle Bekämpfung konzentriert sich aber vor allem auf die zweite Generation.

Viele Studien, basierend vor allem auf den Einfluß der Temperatur, ermöglichten die Aufstellung von fenologischen Modellen, die es wiederum ermöglichten, genaue Vorhersagen der kritischen Momente im Entwicklungszyklus der Lobesia botrana zutreffen.

So kann man mit größerer Präzision den Zeitpunkt des Befalls und zugleich den Zeitpunkt der Bekämpfung festlegen.

Diese Bekämpfung wird normalerweise mit fosfo-ororganischen Produkten (Clorpyriphos-methyl) gegen die Larven der zweiten Generation durchgeführt, seltener mit Bacillus thuringiensis zum Zeitpunkt des Schlüpfens der ersten Larven aus den Eier.  

Die Bekämpfung mittels der Verwirrungsmethode gegen den Traubenwickler hat im Weinbau des Trentino Fuß gefaßt, beginnend im Jahre 1992. Während der vergangenen Jahre entdeckte man viele kritische Punkte, die eine Einschränkung der Wirksamkeit dieser Methode darstellen.

Vor allem die anfängliche Populationsdichte, und die Größe der Parzelle und Randflächen sind wichtige Elemente, die vor der Bekämpfung zu beurteilen sind.

Diese Arbeit wurde im Istituto Agrario di San Michele all’Adige auf einer Rebfläche von 23 ha, bepflanzt mit verschiedenen Sorten (Chardonnay, Cabernet, Riesling, Merlot ecc.) in einfacher Pergelerziehung, durchgeführt.

Die Bekämpfung mittels Verwirrungsmethode wird seit 1997 durchgeführt. Es wurden 500 Dispenser /ha der Firma Shin Etsu verteilt, jeder 172 mg/l Aktivsubstanz beinhaltend.

Die Ränder des Grundstückes (10-20m) wurden verstärkt bestückt (doppelte Dispenseranzahl).

Das Ziel des Versuches war die Bewertung der Wirksamkeit der Methode und die Messung der Menge von Aktivsubstanz, die während der Anwendungszeit freigesetzt wird.

Die Bewertung der Wirksamkeit wurde folgendermaßen durchgeführt: Zählen der in die Pheromonfallen eingegangenen Faltermännchen und drei Kontrollen von 500 Trauben/ha, eine am Ende der ersten Generation, eine während der zweiten Generation und eine dritte Kontrolle zum Zeitpunkt der Lese.

Die Wirksamkeit war hoch: in die Pheromonfallen sind keine Falter eingegangen, wobei der mittlere prozentuelle Schaden 0,5 % im mittleren Teil der Parzelle und 1,7 % im Randstreifen war. Der gewichtete Mittelwert des Schadens betrug 0,9%.

Aus den Ergebnissen der letzten 3 Versuchsjahre (Senkung des Schadens von 9,8% im Jahre 1997 auf 0,15), erkennt man die Wichtigkeit dieser Technik, die es ermöglicht, die Populationsdichte zu senken.

Die Messung der Menge und der Qualität der freigesetzten Aktivsubstanz wurde anhand chemischer Analysen  (Massenppektrofotometrie) durchgeführt.

Dabei wurden alle 15 Tage zwei Dispenser vom Feld eingeholt und deren Inhalt gemessen, angefangen mit Beginn des Falterfluges. Die Ergebnisse der elf Messungen haben gezeigt, daß die Dispenser die Aktivsubstanz Grapamone gleichmäßig freilassen. Der mittlere Gehalt an Pheromon in den Dispensern am Ende des Sommers war 30%; diese Menge könnte im folgenden Jahr miteinbezogen werden. Letzteres gilt jedoch nur im Falle, daß die Aktivsubstanz während des Winters nicht ihre Charakteristik verliert.

Gleiches gilt auch für die Funktionalität der Dispenser.      

Aus diesen Ergebnissen bei Pheromonrückstände in den Dispenser hat man eine Verminderung von 17% wahrend dieses Jahres festgestellt, was einem stündlichen Mittelwert von 31,3mg/Uhr entspricht.

Der Anteil des übrigen Grapamone im Dispenser scheink am Ende des Jahres nur mehr sehr gering zu sein (30 mg/l) und stellt deshalb keine ausreichende Riserve für das Kommende Jahr dar. 

 

 

1. Introduzione.

 

Con l’evoluzione dell’agricoltura verso la monocoltura intensiva si è assistito ad una drastica riduzione del numero di specie di artropodi che popolano il territorio agrario, con conseguente alterazione dell’equilibrio biocenotico. Il ridotto numero di  specie rimasto attivamente presente, poiché associato alle colture in atto, ha così potuto svilupparsi in maniera abnorme grazie all’assenza degli antagonisti, che nell’ambiente naturale ne frenano lo sviluppo. Ciò ha reso inevitabile l’uso sempre più massiccio di prodotti chimici, di cui non sempre era conosciuto l’impatto ambientale e che in molti casi ha portato a conseguenze inaspettate, come fenomeni di resistenza ed aumento della pericolosità di fitofagi secondari che prima non erano oggetto di trattamenti. L’esigenza di inserire la moderna agricoltura in un contesto ecologico ha determinato in questi ultimi anni un’inversione di tendenza, volta al recupero di equilibri naturali gravemente alterati a seguito dell’uso non oculato di fitofarmaci di sintesi. Lo studio dei mediatori chimici e la possibilità di una loro pratica utilizzazione apre nuove speranze nella protezione delle piante coltivate. La tecnica della lotta per confusione sessuale con feromoni di sintesi, applicata con l’intento di rompere le comunicazioni fra i sessi, da qualche anno viene applicata in alcune aree agricole, con gli indubbi vantaggi di ordine tossicologico ed ambientale.  Le garanzie di successo sono legate, oltre all’efficacia del o dei componenti attivi, alla natura del supporto di diffusione nonché alla limitata presenza iniziale della popolazione del fitofago da controllare e all’ampiezza della superficie coltivata. Le conoscenze attuali sull’ecologia e sulla dinamica delle popolazioni di L. botrana sono, nella maggior parte dei casi, il risultato di ricerche effettuate contemporaneamente sulle due tignole della vite. La quasi totale sostituzione di E. ambiguella avvenuta in questi ultimi anni ha coinciso con la modifica strutturale dell’azienda agricola e con l’affermazione di due monocolture, che attualmente formano il comparto agricolo trentino: il melo e la vite. Le trasformazioni delle tecniche colturali, la presenza di un nuovo assetto varietale viticolo, la diversa gestione del suolo (inerbimento controllato, diserbo) e, fatto non trascurabile, l’uso generalizzato di fitofarmaci hanno comportato un sostanziale mutamento dell’associazione faunistica e il ruolo di quella parte di essa che svolge un’attività di contenimento di L. botrana.

 

1.1. Scopo del lavoro

 La tignoletta della vite o Lobesia botrana è tra gli insetti più pericolosi che attaccano la vite, poiché il danno viene fatto soprattutto a livello dei grappoli, esponendoli all’infezione di marciumi fungini e batterici.

 

Il presente lavoro si prefigge i seguenti obbiettivi:

1) valutare l’efficacia del metodo di lotta per confusione sessuale contro la tignoletta della vite in vigneti allevati a pergola trentina;

2) identificare le quantità di feromone distribuito nell’ambiente vigneto;

3) valutare la quantità di feromone residuo nei diffusori all’inizio della nuova stagione con l’obiettivo di stabilire un dosaggio rispondente alle effettive esigenze di lotta alla tignoletta.

 

Continua: Capitolo 2:  La Tignoletta della Vite 

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